Monday, March 12, 2018

Il cardinale Sforza che Abbinamenti del vino faceva?

Un ottimo servizio alla tradizione di un connubio tra vini e arte culinaria fu fatto nella famosa lettera di Sante Lancerio, scritta nel 1559 al Cardinale Guido Ascanio Sforza intorno alla natura e qualità dei vini e idoneità ad accompagnarsi alle varie vivande.

Cardinale allesandro Sforza

Mi sembra estrosa documentazione riprendere un capitolo dedicato ad un antico vino campano.

«Il Greco di Somma viene alla Ripa Romana dal Regno di Napoli, dalla montagna di Somma, distante da Napoli 12 miglia. Questi sono vini molto fumosi e possenti, et a tutto pasto si potranno bere ma offendono troppo il celabro, massime alli principii, ma ci sono delli stomachevoli e non fumosi et odoriferi.

A voler conoscere la loro perfezione bisogna siano non fumosi e vogliono avere colore dorato, stomachevole et  odorifero.

Tal vino ama assai la chiara, più che altra sorta di vino. S.S. usava di continuo beverne ad ogni pasto, per una o due volte, quando era nella sua perfezione, et ancora ne voleva nelli suoi viaggi, sì perché tale vino non pate il travagio, sì perché ne voleva per bagnarsi gli occhi ogni mattina et anco per bagnarsi le parti virili, ma voleva che fosse di 6 o 8 anni, che era più perfetto».

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